dic 232015
 

11 – 29  gennaio 2016

a cura di Massimo Blanco

L’arte di Claudie Laks esplora lo spazio attraverso dei moduli gestuali (e grafici) che si mantengono costanti nella produzione pittorica dell’artista. Le sue tele accolgono un reticolo di nodi grafici che coesistono e si armonizzano determinando un equilibrio che si espande o si contrae. L’armonia dei colori appare legata al tempo della percezione del dipinto, è ancorata al presente, all’esperienza dell’osservatore. Ciò non esclude che le superfici armoniche di Laks si lascino contaminare da forze disgreganti, aprendosi così a prospettive di instabilità e di mutamento. Tali forze circolano dentro la frontalità dei reticoli. Nascoste in profondità, non mancano di affiorare, per disturbare l’armonia e avviarne la trasformazione. Cosicché l’artista mette in atto una doppia temporalità, svelando l’intervallo che separa che separa gli equilibri visibili sulla tela, nell’istante in cui è osservata, dagli squilibri futuri.

Ma la rottura dell’armonia non è soltanto un evento futuro. Si lega al linguaggio, al momento in cui il gesto grafico potrebbe convertirsi in un segno leggibile. L’oscillazione tra moduli gestuali e segni può infatti alterare il tempo dell’opera d’arte, sfasare l’immediatezza con cui essa si propone e vive, deviare la percezione dall’immediatezza del vedere alla sfera intellettuale, quella del pensiero, della memoria, delle idee e delle parole.

Claudie Laks’s works explore space through gestural (and graphic) modules that are a constant with her production. Her paintings show a lattice of graphic knots which coexist and harmonise themselves, creating a balance that both expands and contracts. The harmony of colours appears to be  linked to the time of perception of the painting, it is anchored to the present, to the experience of the observer. Nonetheless, the harmonic surfaces by Laks can be contaminated by disrupting forces, thus opening up to perspectives of instability and change. Such forces circulate beneath the frontality of the lattices. Hidden in their depths, they emerge in order to ruffle the harmony again and set the change. The artist then performs a double temporality, revealing the gap between the visible balances on the canvas, the moment it is observed, and the future imbalances.

The disruption of harmony is not only an event of the future. It is linked to language, to the moment in which the graphic gesture could turn into a readable sign. The oscillation between gestural modules and signs can indeed alter the tempo of the work of art, dephasing the immediacy with which it proposes itself and lives, deviating perception from the immediacy of seeing to the intellectual sphere, the sphere of thought, of memory, of ideas and of words.

nov 252015
 

A cura  di  Francesco Pontorno

In mostra le fotografie di Nina Baratta che ritraggono la ballerina Ivana Gattei, l’imprenditrice Kiersten Pilar Miller, la pole dancer Sara Brilli, la sceneggiatrice Angelica Gallo, la showgirl Aurora Staltieri in arte Marylin, l’attrice Valeria Contadino, la doula Martina Rinaldi, l’artista Viviana Mauriello, la fotografa Margherita Figurelli, le estetiste Teresa Librico e Martina Campanella.

Ad accompagnare i “ritratti fotografici” delle protagoniste di questa mostra, i “ritratti a parole” della scrittrice Lorenza Fruci potranno essere ascoltati grazie alla tecnologia del QR Code (codice QR) che tramite la lettura di un telefono cellulare o di uno smartphone permetteranno ai visitatori della mostra di ascoltare le storie delle protagoniste fotografate.

“Lei ed io” è un progetto nato dall’idea della fotografa Nina Baratta per indagare il rapporto delle donne con la propria femminilità e per capire quanto la percezione del proprio corpo possa essere influenzata dalla società, dalla famiglia, dal lavoro. “Lei” è la femminilità ed “io” è ogni “donna” e, per rappresentare tutte le sfaccettature di questo rapporto Nina ha pensato di coinvolgere anche la scrittrice Lorenza Fruci per affiancare ai suoi ritratti “per immagini” anche dei ritratti “a parole”.

Tutte le donne protagoniste di questo progetto sono state invitate a raccontare la loro storia attraverso una chiacchierata conoscitiva, seguita da un’intervista di 20 domande uguali per tutte.

Durante il vernissage si svolgerà una performance/reading che metterà in scena le storie delle donne protagoniste della mostra.

La diversità dei linguaggi della fotografia e della scrittura hanno permesso al progetto “Lei ed io” di dare vita alla mostra e al libro“Lei ed io. Ritratti a parole e immagini della femminilità” edito da “Cultura e dintorni”.

Il libro raccoglie l’intera ricerca svolta dalle due autrici del progetto.
Nel volume sono pubblicate tutte le fotografie scattate da Nina Baratta e tutti i testi di Lorenza Fruci compresi delle interviste fatte alle protagoniste non presenti in mostra.

L’introduzione è di Michele Trimarchi, unica voce maschile fuori dal coro femminile dell’intero progetto (che ha uno sguardo femminile sul mondo femminile).
La curatela è di Giusy Emiliano.
Nel libro sono presenti anche inedite foto di backstage.