ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI aggiornamento – 1979/1992 VOCE: G.R.A.U.

 

 

ENCICLOPEDIA TRECCANI: aggiornamento 1979/1992

pag.  505

Voce GRAU

GRAU. -Sigla (Gruppo Romano ,Architetti Urbanisti) di un gruppo di architetti composto da: A. Anselmi, P. Chiatante, G. Colucci, A. Di Noto, P. Eroli, F. Genovese, R. Mariotti, M. Martini, G. Milani, F. Montuori, P. Nicolosi, G. Patrizi, F. Pierluisi, C. Placidi, e formatosi nella prima metà degli anni Sessanta attorno ai temi della polemica antiaccademica nella facoltà di Architettura dell’università di Roma.

Presto si distingue nel panorama architettonico per un’attenzione originale ai tenti della struttura della forma e delle leggi aggregative fra gli elementi che Ia costituiscono, in contrapposizione alle tendenze  funzionaliste o pseudourbanistiche all’epoca prevalenti.

Tra il1964 e il 1975 il GRAU partecipa a importanti concorsi nazionali e internazionali  con progetti  che precisano i contorni della sperimentazione linguistica; contemporaneamente vengono realizzate, su committenza pubblica e privata. opere significative, in quanto concreta applicazione del pensiero architettonico del Gruppo. Il fondamento  di questa esperienza innovativa risiede nella ricomposizione della frattura  operata dalle avanguardie del Movimento Moderno nei confronti della storia  e della natura: storia che sarà intesa come sequenza non cronologica delle correnti artistiche, mai assunta come indiscriminato catalogo di forme: natura che verrà indagata come il luogo in cui sono scritti i valori dell’architettura e delle sue stratificazioni temporali

Nel 1979, con progetti individuali, diversi componenti del Gruppo partecipano al concorso per la sistemazione delle Halles a Parigi e nel 1980 il GRAU viene invitato  a partecipare con la realizzazione di una facciata e un suo spazio espositivo alla “strada Novissima” Prima Biennale di Architettura di Venezia. L’esposizione antologica delle opere, cui seguirà la mostra alla Columbia University  a New York, servirà a documentare il lavoro del Gruppo a un più vasto pubblico e segnerà una svolta per i componenti del GRAU.

Dopo il 1980 infatti, consolidata la comune matrice culturale, si preciseranno via via gli indirizzi figurativi dei singoli componenti; il lavoro proseguirà per alcuni mantenendo costante la presenza nel Gruppo, per altri invece in forma dichiaratamente individuale.  Vedi tav. f.1.

 

.BIBL.: Controspazio, 8 (t972) e 1-2 ( 1979); P. Portoghesi, Dopo I’architettura moderna,-Bari 1980; GRAU, Isti mirant stella, Roma 1981; H. Klotz, Rom Neues Bauen, Verona 1987; M. Pisani, Dialogo con P. Portoghesi, Roma 1989

 Francesco Montuori

collana Grau.2

Quattordici architetti fondano nel 1964 lo Studio Grau (Gruppo romano di architetti e urbanisti) di Roma. Inizia una lunga storia. Progetti, concorsi, realizzazioni, scritti teorici, pubblicazioni, mostre. Un racconto molto esteso, appena riassunto nel libro-catalogo Isti mirant stella (Edizioni Kappa Roma, 1981, ora in riedizione nella collana Grau.2). Nel 1980 la I Biennale di Architettura «La Presenza del Passato» a Venezia riconosce lo Studio come uno dei protagonisti della scena internazionale, nella cornice storico-critica delineata dal pensiero post moderno.

 

Il successo trova un po’ tutti impreparati. La cornice di Venezia  va stretta al Grau che vede linguaggi complessi, variegati. Con un’evidente sfasatura fra ricerca interna e riconoscimento istituzionale. Mille dubbi. Idee personali sullo stato delle cose. Aperture/chiusure che non portano a una nuova sintesi. La Storia, nel frattempo, torna al punto zero. Lo Studio si interroga sì, eccome, ma è ancora chiuso, autoreferenziale. Per approssimazione, si può dire che il tutto “tiene” fino al 1984. Vent’anni. Che oggi qui definiamo Grau.1: Alessandro Anselmi – Paola Chiatante – Gabriella Colucci – Anna di Noto – Pierluigi Eroli – Federico Genovese – Roberto Mariotti – Massimo Martini – Giuseppe Milani – Francesco Montuori – Patrizia Nicolosi – Gianpietro Patrizi – Franco Pierluisi – Corrado Placidi - Enzo Rosato (scultore).

 

Tanto Grau.1 appare come gruppo solido e compatto (forma assertiva che nasconde una fragilità latente), quanto Grau.2 (1984-2014) si connota come una costellazione mutevole e variegata. Opinioni opposte sul senso stesso del post moderno. Siamo nell’incendio del decostruttivismo. Pieno di strappi il guardare a Grau.1, nel dubbio che troppi segni si siano dissolti nella nebbia della laguna. Nell’epifania di percorsi autonomi, in forme e tempi sempre più liberi e casuali. Dentro una professione ruvida, che non gradisce certo lezioni di stile.

 

Lo Studio c’è e non c’è. Con una flessibilità ai casi della vita che si rivela un bene per tutti. Il privato fa la sua parte. Nessuno si prende la briga di fare i conti con il tempo che passa. Nessuno dà giudizi. Le personalità (e le poetiche) si diversificano fra loro. Cadono i rigidi confini disciplinari propri di Grau.1. Matura un atteggiamento più tollerante, relativistico, curioso. Le idee arrivano sulla terra. Nel 1992 manca prematuramente Pierluisi, un riferimento per tutti. Si continua. A piccoli gruppi. Da soli. Come sia. Ma il legame c’è. È innegabile. Evidente. Quasi irragionevole. Poi manca Anselmi e il trauma è radicale. Poi Eroli, l’amato bastian contrari. Infine l’acquisizione di oltre 1.000 disegni da parte del Centre Pompidou di Parigi ci fa riflettere. Anche qualcuno che ci intervista. Domande mute fra noi. Conviene fermarsi. Valutare. Misurare il senso (o meno) di una galassia Grau.2.

 

Nel 2014 (il cinquantenario) tutti sono di nuovo attorno allo stesso tavolo. Come architetti. E il sentire è il medesimo. Se Grau.2 esiste non lo è per una meccanica estensione di Grau.1. Nessun Grau può essere per sempre! Si decide di mostrare i percorsi di ciascuno. Rispettando qualsiasi esito, anche il silenzio. Cercando un «nuovo» giudizio, come è giusto che sia. Così lo Studio lavora oggi a una Collana di e-book personali e personalizzati. Storie di singoli. Ossessioni. Idee. Sconfitte. Nuovi modi di raccontare. Nell’eterno (ora privatissimo) rovello fra segno e significato. Dentro vite professionali tutte strane assai. Certo non protette dall’alloro di Venezia… Nel 2017 e nel 2018 altri, di noi, ci lasciano. E decidiamo di interrompere l’elenco. Che tutti insieme, mischiati nel ricordo, vogliamo continuare a essere.

 

La collana di e-book Grau.2 propone i primi titoli in programma, di cui alcuni già in via di completamento. Lo sviluppo dell’iniziativa prende le mosse da libri personali che i singoli componenti del Grau curano da un loro singolare punto di vista, nella ricerca esplicita di diversità e/o sommerso. A questa ossatura portante si aggiungono libri legati a semplici occasioni professionali che si vuole significative, nonché altri libri di amici artisti. Ovviamente c’è una curiosità verso i giovani in cerca di auto-pubblicazione. Ovviamente c’è una curiosità verso quegli architetti autori nell’ombra e nel disincanto di linguaggi sommersi e di qualità. Nella disponibilità a discutere sempre e comunque proposte fuori schema.