mag 262017
 

dal 5 al 23 giugno  2017

A cura di   Paola Lagonigro

 

Reale e immaginario, visibile e invisibile, apparenza ed essenza, sono questi gli estremi entro cui si muove il lavoro di Sara D’Uva e nella negazione del pensiero logico-razionale in base al quale esiste solo ciò che è visibile. The Unseen è un progetto che nasce da profonde meditazioni su idee che guidano da sempre la sua ricerca e che più recentemente hanno trovato terreno fertile nella cultura sciamanica della Foresta Amazzonica. Qui Sara D’Uva ha conosciuto gli alberi maestri e gli spiriti che li abitano, protagonisti delle fotografie e del video in mostra.

Nei suoi lavori, l’artista esplora una realtà che non è mai restituita tal quale, né tantomeno stravolta da pesanti interventi in digitale, ma mostrata secondo diverse sembianze, grazie a semplici trucchi come lo specchiamento dell’immagine. In questo modo, possiamo riconoscere gli spiriti della foresta, figure misteriose che sono l’epifania di una vita che c’è anche se sfugge ai cinque sensi.

Attraverso la suggestione di scenari onirici, stranianti e misteriosi, Sara D’Uva pone lo spettatore di fronte a mondi riconoscibili ma non familiari. Il dato reale rimane comunque il punto di partenza, eppure emerge qualcosa che solitamente è invisibile all’occhio, ma non per questo meno reale di ciò che appare. Si tratta di qualcosa che c’è e c’è sempre stato, ma che le nostre convenzioni mentali e abitudini percettive hanno ignorato. Compito dell’artista è svelarlo, mostrare una diversa apparenza della realtà, rendere manifesto l’invisibile.

 

“Nel lavoro di Sara D’Uva il concetto di “sacro” – pur nella sua accezione eurocentrica – esprime qualcosa di più complesso della religione: dove materiale e immateriale si incrociano sfidando la razionalità dicotomica dell’Occidente e ogni monoteismo.” 

Massimo Canevacci

Sara D’Uva (Larino, CB, 1981) lavora come art director, fotografa e videoartista.

Si interessa di realtà invisibili, di alterazioni dello spazio-tempo, di tradizionali culture sciamaniche, del potere del suono, dei segreti delle api, e del mondo nascosto delle piante

mag 142017
 

                Assessorato alla Crescita culturale

“FESTIVAL DELLA MUSICA 2017″ di Roma Capitale

 

 

The Yuri Gagarin Contraband

STARING INTO SPACE  / “LO SGUARDO PERSO NEL VUOTO”

mercoledì 21 giugno  2017 – due esibizioni:  ore 19.00 / 21.00

 

il Cristoforo Colombo dello spazio e “Icaro redivivo”

The Yuri Gagarin Contraband e’ un progetto unico e affascinante. E’ stato partorito dalla mente  di Benjamin Shilling che e’ effettivamente entrato nei panni del primo uomo andato nello spazio. La sua intenzione e’ quella di condividere con noi le speranze, i sogni, gli incubi e le paure del grande cosmonauta russo Yuri Gagarin. Benjamin ha messo in luce la vulnerabilita’ emotiva di Yuri Gagarin, e’ ricorso a diapositive ed estratti di filmati che ritraggono Yuri Gagarin orgoglioso ed eroico con l’equipaggio spaziale russo alternate con altri in cui appare meditabondo, preoccupato o addirittura terrorizzato. Benjamin e’ da solo come il suo eroe e narrera’ componimenti ritmici circa l’essere un vero cadetto spaziale, racconterà del duro addestramento, della paura di quello che Yuri stava per compiere, lasciando sulla terra i propri cari e dirigendosi verso un futuro ignoto.

Provate a mettervi nella posizione di un uomo che viaggia nello spazio sconosciuto e non sa se ne farà mai ritorno, se sopravviverà. Voi cosa fareste? E’ difficile da dire ma Benjamin ci ha provato. Come per un uomo che prova per la prima volta un paracadute, The Yuri Gagarin Contraband vorrebbe fare apprezzare al pubblico questo coraggio. La musica di Benjamin trasmette un suono eccentrico, urbano, folk, e low-fi ed è incentrato totalmente sul viaggio ascensionale di Yuri, i suoi pensieri filosofici e la sua aspettativa di uomo che deve circumnavigare il mondo dallo spazio.  Diversi anni fa Benjamin circumnavigò il mondo in senso antimeridiano, vedendo scomparire un intero giorno. Quel giorno perso rappresenta lo spirito che anima quest’opera, una ricerca sul vuoto e sul tempo che non ritorna.

Fermiamoci per ricordare Yuri Gagarin che ha aperto il mondo visibile ed invisibile a tutta l’umanità. Un istante per capire il valore di questa missione, universale, scientifico ma anche simbolico. Yuri Gagarin è entrato nel firmamento dei grandi eroi, perdendo il vincolo temporale e conquistando il senso, il significato e il segno eterno dell’esempio, dell’ispirazione e del mito. Così ogni giorno lo ricordiamo, guardando in alto.

Prima del decollo Yuri Gagarin ha detto: “Roger. Mi sento bene, il morale è eccellente, pronto per partire”

“Partiamo!”                 “Poyekhali!”

 

                                         

 

 

http://www.festadellamusicaroma.it/item/staring-into-space-_yuri-gagarin-contraband/