mar 212016
 

 

La mostra Disegno / Idea raccoglie cinque artiste che per la prima volta espongono assieme in Italia: Adelaide Cioni, Elena Gravisch, Diana Legel, Juliane Schmidt e Alexandra Wolframm. Nella loro ricerca il tema del disegno ha valore metodologico, più che pratico: alcune di loro, infatti, non usano affatto matita e carta, tanto che in mostra ci sono fotografie, video, oggetti e installazioni. Disegnare equivale, in questo caso, a concentrarsi sulla percezione, dilatandone la portata per cogliere anche fenomeni poco appariscenti: gli oggetti e le situazioni si trasformano nel momento stesso in cui sono catturati dalla mente-mano dell’artista.

Se Adelaide Cioni (1976) si concentra sulla forma base del rettangolo, quella più artificiale e segno dell’attività umana, Diana Legel (1978) disegna i vuoti nello spazio esterno osservato in maniera non mirata, cogliendo le forme prima che siano riconosciute dall’intelletto: i tragitti sulla carta corrispondono a quelli dell’occhio che sonda il campo visivo secondo traiettorie irregolari, dall’esterno verso l’interno, dal primo piano all’orizzonte, a volte scartando di lato. Elena Gavrisch (1982) fa usare ai protagonisti dei suoi video il disegno per visualizzare i gesti e trattenerne la memoria, mentre Juliane Schmidt (1982) espone accanto alle stelle filanti dipinte a mano, il supporto che mantiene la traccia del procedimento pittorico, caricando il segno grafico di una dimensione temporale. Alexandra Wolframm (1971) parte da semplici sassi, di cui riproduce le apparenze prima a matita, poi con l’argilla mettendo in tensione bidimensionalità e tridimensionalità, immagine e realtà, partendo da un medesimo oggetto.

Adelaide Cioni, The Note for the Argument, 2015,
inchiostro e collage su carta, 21 x 29 cm

 

 

Elena Gavrisch, The Bow [L’inchino], 2009,
video

 

Diana Legel, Disegni su carta (SinistrADestra), 2015

 

Juliane Schmidt, Serpentine, 2014,
inchiostro su carta

 

Alexandra Wolframm, Sostituire le montagne, 2014,

sassi, argilla, carta

 

 

Il 6 aprile, alle 18.00, si svolgerà un incontro pubblico con le artiste, coordinato da Donatella Landi, per discutere attorno all’attualità del disegno come pratica artistica e sui lavori esposti, insieme alla curatrice e alle autrici.

 

Disegno I Idea prevede una seconda edizione, nella primavera del 2017, in cui la partecipazione si allargherà ad artisti italiani che condividono tali modalità di approccio alla realtà e alla pratica artistica.

 

“The exhibition “Il disegno come idea” brings together five artists who, for the first time, have the occasion of exhibiting together in Italy. In their research, the theme of drawing has methodological, more than practical, value: some of them, indeed, don’t even use any pencils or paper. They present their exhibition employing pictures, videos, objects and installations. The act of drawing, in this case, means being able to focus on perception, expanding its scope in order to catch even the least eye-catching phenomena. Objects and situations are transformed the moment that they are caught by the mind-hand of the artist.

Adelaide Cioni (1976) focuses on the basic shape of the rectangle, the most artificial one, the sign of human activity, while Diana Legel (1978) draws the voids the external space, when it is observed but not focused, catching shapes before they are recognised by the mind: the tracks on the piece of paper are equivalent to those of the eye that explores the visual field through irregular routes, from the outside to the inside, from the foreground to the horizon, sometimes swerving on the side. Elena Gavrisch (1982) lets the characters of her videos use drawings in order to picture gestures and to keep them in mind, whereas Juliane Schmidt (1982) exhibits hand-painted streamers associated with the support that keeps track of the painting procedure, loading the graphic sign with a temporal dimension. Alexandra  Wolframm (1971) starts with simple stones which she first reproduces by pencil, then with clay, thus creating tension between two-dimensionality and three-dimensionality, between image and reality.

 

public talk with the artists, coordinated by Donatella Landi, will take place on April 6th at 6 p.m., to discuss drawing today as an artistic pratice, as well as comment on the artists’ works with both the artists and the curator.

 

“Il disegno come idea” is a project that also includes a second edition that will take place in Spring 2017, which will see the participation of Italian artists who share this mode of approach to reality and this artistic practice.”

 

 

gen 232016
 

fino al 25 marzo su appuntamento.

La mostra, a cura e con testo di Giancarla Frare, propone per la prima volta a Roma la ricerca delle artiste Gloria Zoitl (Salisburgo) e Renate Christin  (Ratisbona). Le due artiste, che spesso realizzano progetti comuni, lavorano su tematiche antropologiche, di rapporto tra arte e geografia, non intesa come cartografia generica ma come ambito d’indagine delle dinamiche di uso dei suoli, di processi esistenziali e di relazione con ambiti e tematiche dei territori indagati. Un’arte del camminare, dell’attraversamento di soglie e confini, che si serve della fotografia, del video, del segno e della mappatura spesso analitica, ma del tutto reinventata e soggettiva, dei processi d’indagine.

Il lavoro proposto da  Renate Christin

è “LEBENS-FLUSS DONAU”.  Già esposto in molti ambiti, analizza il viaggio, fatto dall’artista dal 1999, per quattro anni e lungo 2375 chilometri, sul Danubio, imbarcandosi, unica donna a bordo, su varie navi per il trasporto commerciale. Un fiume dal percorso labirintico, la cui origine, ancora contesa tra più luoghi, si apparenta in qualche modo a una foce che disegna pur’essa una moltitudine di rami, non attribuendo a nessuno i questi il “sigillo” di una simbolica appartenenza o fine.

Fluss Donau di Renate Christin, il “suo” viaggio sul Danubio, diventa così la metafora dell’abolizione di quei confini che la vecchia Mitteleuropa aveva messo in essere.

 

E attorno all’idea di una “psicogeografia” si muove anche la ricerca di

Gloria Zoitl

Il suo recente lavoro  “1945-2015” tratta il tema della “fuga” dei popoli dal loro territorio e della ricerca di suoli di accoglienza. Una cartografia del possibile di una contemporaneità che ridisegna frontiere e confini.

Il lavoro di Gloria Zoitl mette in relazione la fuga che la sua famiglia ha fatto negli anni dell’ultima guerra mondiale dai territori del conflitto (1945) con le contemporanee “fughe” dalle aree dei conflitti attuali (2015).Un tempo, il nostro, dove si riparla di muri a difesa di territori e dove l’accoglienza quasi mai   significa integrazione e uguaglianza

Il “mare nostrum” appare perfino troppo piccolo per contenere ogni spoglia di chi ha fallito il viaggio.

   

 

 

 

Renate Christin è un’artista di Ratisbona, presidente del, KunstvereinGraz,  uno spazio di architettura paleoindustriale, dove da decenni si presentano mostre di arte contemporanea, con supporto ufficiale della Città di Ratisbona.

Gloria Zoitl vive a Salisburgo ed è tra i più attivi promotori di eventi d’arte che mettano in relazione operatori di aree territoriali diverse.