dic 022018
 

11/ 25 ottobre

decima edizione della Giornata del Contemporaneo

 

 

Nell’ambito della decima edizione della Giornata del Contemporaneo - iniziativa promossa annualmente dall’AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) – l’AOCF58 inaugura sabato 11 ottobre 2014 ore 18.00 la mostra fotografica Forme della Natura .

A partire dal 2010, la natura diventa oggetto della ricerca fotografica di Patrizia Bonanzinga che oggi propone un concentrato del suo lavoro sotto il titolo Forme della Natura.

La questione della forma tra arte e natura è da sempre oggetto di riflessione. L’immersione nei boschi del nord dell’Europa, dove la fotografa ha avuto modo di vivere, le ha permesso di mettere a fuoco un’idea di natura che si mescola con quella dell’arte.

Bonanzinga costruisce immagini sia analogiche, usando i panoramici negativi della Hasselblad XPAN, che digitali, nel tentativo di raffigurare l’incanto della natura all’interno di un sistema duale, dove l’arte è essa stessa natura e dove, parallelamente, è la natura stessa a rivelarsi come forma d’arte.

Cercando di proporre una sintesi, Patrizia Bonanzinga presenta, oltre al lavoro analogico delle fotografie di Hallerbos, stampate su tela, un portfolio del suo lavoro digitale, nel quale la natura diviene l’oggetto di una manipolazione numerica. Qui lo scarto tra reale e verosimile (o, al contrario, tra irreale e verosimile) operato tramite la tecnica del montaggio, costantemente rilanciata dal suo perfezionamento, apre a un possibile superamento del dualismo che è al centro della sua riflessione.

www.patriziabonanzinga.com

 

#026 Hallerbos – Belgio 2010

In the occasion of the tenth Giornata del Contemporaneo (Day of Contemporary Art) – an event promoted every year by AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), – on Saturday 11th October 2014 at 06:30PM, the photography exhibition Forme della Natura will open at AOCF58.

Since 2010, nature has become the subject of Patrizia Bonanzinga’s photographic research. With this show, she presents a selection of her works under the heading Forme della Natura (Forms of Nature).

The question of the overlap of aesthetic and natural forms has long been topic of thinking. Her immersion in the woods of North Europe, where she had the opportunity to live for a time, allowed her to focus on an idea of nature that mixes up itself with that of art.

Bonanzinga creates both analogical images – she uses the panoramic negatives of the Hasselblad XPAN camera – and digital images. She tries to elicit the enchantment of the nature from within this dual system where nature is itself art and where, at the same time, nature it discloses itself as form of art.

In her attempt to synthesize this duality, Patrizia Bonanzinga shows, in addition to the analogical photographs of Hallerbos printed on canvas, a portfolio of her digital work in which nature becomes the object of a digital manipulation. Here the gap between reality and the plausible (or, on the contrary, between unreality and the plausible) produced by means of montage, is constantly reintroduced as at the same time it opens the possibility of overcoming the dualism that is focus of her research.

 

00. Foret de Soignes – Bruxelles – marzo 2013

 

01. Bois de la Cambre – Bruxelles – gennaio 2014

Patrizia Bonanzinga (Bolzano, 1954). Matematica e fotografa, fino al 1995 ha lavorato come ricercatrice nel settore delle telecomunicazioni. Ha vissuto in più riprese all’estero in diversi Paesi (Algeria, USA, Francia, Cina e Belgio). Ha collaborato come giornalista per riviste specializzate e ha tenuto corsi in ambito universitario. Ha esposto diverse mostre, sia personali sia collettive, in Italia e in USA, Cina, Russia, Polonia, Spagna, Mozambico, Francia, Belgio e Portogallo. Nel 2003 per FotoGrafia-Festival Internazionale di Roma, ha curato tre mostre: Collettività Cinesi, esponendo i lavori di Xing Danwen, Han Lei, Tie Ying, Zhang Dali e Gao Brothers; Shi Ma? di Bertrand Meunier; Made in China di Rhodri Jones. Le sue fotografie sono inserite nelle collezioni della GNAM (Roma, Italia), della House of Photography (Mosca, Russia), del MAXXI (Roma, Italia), del Centro di Documentazione e di Formazione Ricardo Rangel (Maputo, Mozambico) e in collezioni private. Ha pubblicato: The Road to Coal (Hopefulmonster, Torino 2004), RITROVI (Maschietto, Firenze 2007), L’Altra Infanzia (UNICRI, Torino 2009) e Time Lag (Damiani, Bologna 2011). Il suo lavoro si sviluppa secondo due piani distinti: da una parte realizza reportage impegnati in territori sensibili, usando le classiche tecniche analogiche, dall’altra si interroga sulla relazione tra fotografia e realtà costruendo dei medi formati digitali dove le immagini sono tagliate e rimontate esprimendo una nuova realtà.

 

 

 

giu 012015
 

Curata da Andrea Romoli Barberini, l’esposizione presenta, tra pitture e sculture, circa 12 opere, di diverse tecniche e formati, realizzate dall’artista dal 2013 ad oggi.

Scrive il curatore nel testo di presentazione della mostra: “Nel pur evidente rigore che da sempre connota la ricerca di Sebastiano Dammone Sessa sopravvive, sin dai suoi esordi, una misurata componente calda, evidentemente minoritaria, ma sufficiente a sottrarre i suoi manufatti dall’aura algida del minimalismo.    

Un calore ben dosato che si è espresso in modi diversi, dapprima attraverso una stesura pittorica viva e vibrante, che evitava le stesure piatte per eludere l’inevitabile silenzio delle frequenti superfici monocrome, poi con l’utilizzo di materiali vergini, la cui epidermide, spogliata dei pigmenti, presentava null’altro che il brusio delle sue trame originarie, nelle varietà tonali, talvolta appena percettibili, magistralmente orchestrate nei diversi aggetti dei piani.

E se più tardi i bianchi sporchi e i grigi delle superfici si affollavano di segni diversi, come dettati ora dall’ordine, ora dal caos, per rimanere imprigionati nella spessa materia diafana delle resine che li copriva senza celarne i percorsi, ma esaltando l’umana imperfezione dei profili dei supporti, recentemente, il passaggio dal piano al volume, come imposto dalla pressione esercitata dalle colle sulle superfici, ha evidenziato nella ricerca dell’artista la centralità di concetti quali tensione, estensione e instabilità.

Ed anche nell’evidenza volumetrica di questi nuovi elaborati, Dammone Sessa resta sostanzialmente pittore.

 Lo dimostra, prima ancora dell’uso del colore, sempre dosato con parsimonia in misurate campiture che risparmiano abbondanti zone di superficie spoglia, la prassi esecutiva di questo nuovo ciclo.

Perché, anche qui, tutto nasce dal piano, dalla ponderata definizione della sua irregolare sagomatura geometrica e dai segni incisi che lo solcano e ne suggeriscono le possibili evoluzioni stereometriche. Un’evoluzione, dal piano al volume, come imposta dall’ideale pressione esercitata dallo spazio circostante e sottolineata dalla tensione degli elastici, che sembrano fermare la forma nel punto di equilibrio, dall’incerta stabilità,  in cui la resistenza della struttura, cede e si adegua, senza fratture, in un’umanissima provvisorietà, alla forza che la comprime”.

 

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Notizia biografica

Sebastiano Dammone Sessa nasce nel 1981 a Montreux (EE), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dove consegue il Diploma in Arti visive e discipline per lo spettacolo, con indirizzo Decorazione. Ad oggi è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Intensa è la sua partecipazione in questi ultimi anni ad importanti mostre, tra le più significative: “Sulle orme di Marco Polo, cento pittori italiani dipingono Hangzhou”, a cura di Assoartisti – Confesercenti e Hangzhou Cultural Brand. Progetto comunitario Italia – Cina realizzato nel 2011. Adriatica la via dell’arte, Antichi Forni (MC); Pietra arte e fuoco, Corinaldo (AN); Kranio, venticinque giovani artisti italiani, Museo MUST (LE); Concordia, Premio Basilio Cascella, Delizia Estense del Verginese (FE); Nodidaria, Galleria Galeotti (MC); Oltre il ponte, Fondazione Orestiadi di Gibellina (TP); In fieri, Palazzo Ducale di Massa Carrara; La Terra ha bisogno degli uomini, Reggia di Caserta; Premio Nazionale delle Arti 2007 (primo classificato Decorazione), Le Ciminiere (CT).