giu 102013
 

Mary Desmond
a cura Francesca Gallo

Per il quarto anno di fila la rassegna 41°54′ N-12°28′ E, ideata da Francesca Gallo per AOCF58, si ispira alle stanze poetiche di Emily Dickinson, coinvolgendo due artiste attive a Roma che porteranno in pubblico le loro temporanee ossessioni: immagini ricorrenti, più o meno personali, che – come spesso accade – in un dato momento saturano la testa e trovano nel processo creativo e nell’opera quasi una via per defluire.

Il titolo del progetto, invece, coincide con le coordinate cartografiche dello spazio espositivo intese come metafora della rete che collega qualsiasi punto della superficie terrestre agli altri, seppure solo per convenzione.

 

Mary Desmond, alla sua prima personale in Italia, presenta Memory Wall una sfaccettata riflessione sulla memoria e le sue tracce, a partire da un singolare uso della fotografia in dialettica con la pittura.

In mostra sono due serie di lavori, molto diversi, ma accomunati dal concetto di traccia, di residuo e appiglio per il ricordo, personale o collettivo: i disegni di animali, simili ai graffiti paleolitici; e palinsesti di immagini personali, raccolte e accumulate nelle scatole e nella mente, in cui latitudini e tempi si fondono.

Britannica di origini irlandesi, Mary Desmond vive a Roma dal 2005, dopo il lungo soggiorno spagnolo. Ha al suo attivo diverse mostre collettive. Il suo lavoro si caratterizza per una singolare declinazione del disegno e della pittura figurativa, con movenze vicine al neoespressionismo, e di un attitudine concettuale raccolta attorno alle relazioni, tramite il ricorso alla corrispondenza.

 

mag 132013
 

 

Primarosa Cesarini Sforza
a cura di  Francesca Gallo

Primarosa Cesarini Sforza – matura artista romana con un’ampia attività internazionale – è conosciuta soprattutto per il personale modo di declinare il linguaggio pittorico con fili di seta “grondanti” dalle tele al posto del colore e con cui tratteggia immagini ricorrenti di uccelli, giardini, case, bambini.

 

Nella personale da AOCF58, invece, torna, dopo molti anni, al disegno su carta, con una serrata e quasi ossessiva ripetizione di un modulo abitativo: una semplice casetta, un po’ come quelle immaginate dai bambini, disposte con maniacale sistematicità in una griglia di ortogonali. Il risultato sembra un inquietante progetto urbanistico, che rispecchia l’anonimato e la solitudine contemporanee, di cui l’abitazione è metafora. Ma poi, con l’ironia che contraddistingue l’arte attuale, l’ordine si trasforma in disordine e le casette, questa volta tridimensionali, si ammonticchiano, abbandonate nel cesto dei giocattoli o, forse, in attesa dei sogni del prossimo progettista.

 

Caratteristica costante della ricerca di Primarosa Cesarini Sforza è quindi il libero attraversamento dei codici espressivi della pittura e della scultura, secondo un percorso in cui le immagini – con un valore simbolico e affettivo sovente personale – transitano dalla bidimensionalità alla concretezza oggettuale, attraverso un repertorio di tecniche imperniate sulla manualità, a volte semplici e immediate, a volte lente e meditate.

 

Per il quarto anno di fila la rassegna 41°54′ N-12°28′ E, ideata da Francesca Gallo per AOCF58, si ispira alle stanze poetiche di Emily Dickinson, in cui prendono forma, questa volta, pensieri e ricordi, sogni e figure, con forza e insistenza ossessive. Il titolo del progetto, invece, coincide con le coordinate cartografiche dello spazio espositivo intese come metafora dell’incontro.