mag 032025
 

dal 7 al 24 aprile 2025

Inaugurazione  lunedì 7 aprile 2025 – dalle 18,00 alle 20,30

 

Testo critico   Benedetta Carpi de Resmini

Il progetto Re_Human risponde alla necessità condivisa dall’artista di un ripensamento del concetto di umano, che si ponga al di fuori delle categorie gerarchiche imposte dalla società occidentale. La presenza dell’underscore nel titolo (“_”) aggiunge una dimensione di ricostruzione e di connessione tra elementi separati.

L’esposizione si concretizza in un corpus di immagini fotografiche che mettono a confronto l’essere umano con gli elementi naturali e animali, ricucendo il legame con la terra, con le componenti inanimate e i suoi abitanti animati. Le fotografie sono accompagnate da ceramiche e da un’installazione realizzata con materiali organici.

Come afferma Benedetta Carpi de Resmini, «Federica Rugnone esplora con il suo lavoro il confine poroso tra umano e non umano, mettendo in discussione le gerarchie imposte dalla società occidentale e rivelando ciò che essa ha sistematicamente rimosso».

In particolare Rugnone, che si sofferma spesso nella sua opera sull’idea del ritmo e della ciclicità dei processi biologici, sull’alternanza di vita e morte, mostra in quest’occasione i frutti della sua ricerca sulla “comune discendenza”. Si tratta di un concetto che sfida la separazione artificiale tra uomo e natura, tra razionalità e sensibilità. L’artista spiega, infatti: «a forza di separare, di depurare, ci siamo allontanati dall’idea di comunanza e di prossimità creando gerarchie funzionali a sfruttare e controllare al meglio gli scarti». Per scarti si intende la rete di esclusione applicata su tutto ciò che non rientra nel paradigma dominante: l’ambiente, le donne, i disabili, le minoranze etniche, gli animali.

La mostra Re_Human vuole, da una parte, puntare il dito contro la violenza perpetrata sull’ambiente come si riscontra nella deforestazione selvaggia, nell’estinzione delle specie, nella mercificazione della vita. Dall’altra, mette in luce l’ingiustizia di alcuni meccanismi sistemici (più o meno consapevoli) che portano all’emarginazione di alcuni individui ritenuti più deboli e quindi alla prevaricazione e all’abuso di potere.

Le infiorescenze delle graminacee sono trasformate in trecce di capelli divenendo simbolo di una volontà di ri-connessione con la parte naturale rimossa o dimenticata ma sempre pronta a riemergere nell’uomo. L’immagine della treccia rievoca, inoltre, il gesto rivoluzionario del taglio delle chiome da parte delle donne iraniane, la forza della protesta quando da iniziativa personale si trasforma in azione collettiva.

Sono esposte, inoltre, delle cesoie per animali che ricalcano l’atto del taglio netto, la separazione da radici virulente, legate a secoli di dominio, esclusione e marginalizzazione. Si vuole quindi alludere, oltre all’idea della lotta, anche al momento successivo del riscatto. Proprio per questo, l’artista ha coinvolto l’attivista e scrittrice italo-iraniana Pegah Moshir Pour, invitandola a prestare alcune frasi che sono state incise sulla superficie delle cesoie. Le frasi scelte si riferiscono a stereotipi e convinzioni profondamente radicate nella società. L’augurio consiste così non solo nella messa in discussione di pensieri, pratiche e abitudini “tossici” ma alla loro stroncatura e recisione, dalla testa alla coda.

 

Bio

Federica Rugnone (1987) è un’artista e docente di antiche tecniche di stampa. Laureata in scienze filosofiche a Firenze dopo gli anni di studio a Bologna e Parigi, attualmente vive a Roma con studio a Ombrelloni art space, in San Lorenzo.

Attraverso mezzi espressivi come la fotografia, l’incisione e la ceramica, indaga le connessioni tra ambiti che consideriamo distinti: l’uomo e il regno vegetale, lo spazio geometrico e lo spazio sentito. Riconsiderare i confini, superarli, permette di scoprire delle affinità tra mondi solo apparentemente lontani, problematizzando l’idea del “diverso”.

Ha esposto in mostre personali presso la Galleria Gallerati di Roma (Sacer, La mostruosità del sacro, 2023), a Firenze, presso la Fondazione Il Bisonte (La Comune discendenza, 2021), allo Studio 38 Contemporary Art Gallery di Pistoia (Human Nature, 2019).

Le sue opere sono state presentate anche a Soho House di Roma (2024), al premio Santa Croce Grafica (2021), in festival come il SiFest off di Savignano sul Rubicone (2017), il Festival dei Due Mondi di Spoleto (2017), la kermesse fotografica Camera Work di Ravenna (2018). I suoi lavori sono entrati a far parte di collezioni come la Soho House Foundation, Fondazione il Bisonte, Gabinetto di arte grafica di Santa Croce, Villa Rondinelli.

 

 

 

 

 

mag 032025
 

dal 12  al 30 maggio

Inaugurazione  lunedì 12 maggio 2025, dalle 18,00 alle 20,30

Visioni emergenti 2.  La Galleria A.O.C.F58 ospita giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

A cura di  Marina Bindella e Beatrice Peria

La ricerca artistica di Maria Ginzburg è contrassegnata da una riflessione critica e politica sui perversi meccanismi produttivi che, mascherati dalla retorica felice della crescita e del progresso, portano alla irreversibile distruzione del paesaggio e alla disumanizzazione degli individui e delle comunità sociali, trasformati in ingranaggi di un sistema che alimenta solo sé stesso, in un ritmo vertiginoso e incontrollabile di crescita.

Ispirata alla Città invisibili di Calvino, la mostra Anatomia di un collasso, trova il suo fulcro in una potente installazione murale che, mostrando lo spaccato di una città, ne rivela l’anima convulsa e le interne dinamiche di alienazione, sfruttamento, accumulazione violenta e irrefrenabile, tracciando la traiettoria che condurrà ad un’implosione annunciata.

Lo spazio espositivo è trasformato in una cartografia immersiva della fragilità naturale, urbana e sociale; la città raffigurata, densa e stratificata, è una mappa mentale, una visione interiore in cui realtà e memoria si sovrappongono, suggerendo un continuo oscillare tra resistenza e caduta e invita a riflettere sul paesaggio urbano contemporaneo come organismo vivo e vulnerabile, attraversato da forze storiche, sociali e personali che ne determinano trasformazioni profonde e spesso irreversibili.

 

Biografia

Maria Ginzburg è diplomata al Triennio di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Attualmente sta per conseguire il Diploma di secondo livello in Illustrazione ed Editoria d’arte, sempre presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Esposizioni collettive

Contatto, Teke Gallery Carrara 2021;

La chiave dei sogni, Istituto Centrale per la Grafica, Formello 2021;

ArtèEuropa, Europa Experience, Roma 2023;

VenUs Urban Art, Fanfulla, Roma 2024;

Mostra collettiva per la “Strenna dei Romanisti”, Istituto Centrale per la Grafica, Palazzo Poli, Roma 2024;

Chiamata alle arti, Mucciaccia Contemporary Project, Roma 2024.

 

Esposizioni personali

Memorie della polvere, Teké Gallery, Carrara 2022

 

Incarichi pubblici

Incarico per la realizzazione di Equilibrio, Villa Ada Fest, Roma 2021;

Realizzazione di Urban Fragment, Metro Garbatella Roma, Yourban2030- ATAC, Roma 2022;

Realizzazione di Mind the Gap, Liceo Engim San Paolo, Roma 2022/23;

Incarico dell’Associazione Le Altre, per Donne come ossigeno, Ingeborg Bachmann, Università La Sapienza Roma, finanziamento della Regione Lazio 2022/23;

Incarico dell’Associazione Cornelia per la realizzazione Le Ere di Anagni, Anagni, finanziamento della regione Lazio 2023;

Incarico per la realizzazione di Occhio alla prevenzione, Komen, Metro Cipro, Roma 2023;

Incarico dell’associazione Ricordi Asp, Un murales per Acquafondata, 2023;

Incarico per la realizzazione di Un Sognatore, Trenta Formiche, Roma 2024.

 

Visioni emergenti 2.

 

Si rinnova per il secondo anno consecutivo la collaborazione tra la storica galleria romana, AOC F58, da sempre attiva nello scoprire e promuovere artisti emergenti e nuove voci dello scenario contemporaneo, e l’Accademia di Belle Arti di Roma, luogo di eccellenza nella formazione artistica italiana e vivaio di giovani talenti.

 

Il primo appuntamento della rassegna 2024/2025 è stato dedicato alla personale di Marianna Panagiotoudi, giovane artista greca, diplomata al Biennio di Pittura dell’Accademia di Roma. La mostra è stata aperta a dal 10 al 21 febbraio 2025.

 

Il secondo appuntamento, dal 12 al 30 maggio, ospita il lavoro di Maria Ginzburg, allieva del Biennio di Illustrazione ed Editoria d’arte.