Mario Sasso

 

 

 

 

 

 

 

Scroll down for English version

 

Mario Sasso nasce a Staffolo (Ancona) nel 1934.

Muore a Roma nel 2023.

Formatosi come pittore e successivamente come grafico, nel 1953-54 segue a Torino i corsi di Armando Testa presso la Scuola di Grafica e Pubblicità. Trasferitosi a Roma, dal 1958 inizia a collaborare con la Rai, avviando un percorso di ricerca che 1o porta ad affiancare alla pittura, la progettazione grafica e i nuovi linguaggi dell’elettronica. Nel 1960 firma la prima sigla televisiva, per il programma Non è mai troppo tardi di Alberto Manzi. Nella prima metà degli anni Sessanta alterna all’impegno televisivo un’intensa attività pittorica con mostre personali e partecipazione a collettive.

Nel 1968 è in Libia dove prende parte all’istituzione della locale televisione nazionale e realizza una serie di quadri ispirati al mondo arabo. Tornato a Roma, nel 1970 rinnova la propria presenza nel circuito delle esposizioni legate sia ai temi dell’impegno sociale sia alla ricerca pittorica pura: proprio le preoccupazioni comunicative di quegli anni 1o spingono a confrontarsi con le potenzialità della televisione.

Dalla pittura alla video-arte. Questo è il percorso che Mario Sasso ha compiuto e che ci illustra a partire dai paesaggi urbani fino alle installazioni e alle video sculture, in cui si intrecciano, in una estensione originale di risorse espressive, diversi linguaggi. Sasso ha concentrato la sua attenzione sullo spazio urbano, sul senso e sull’immagine della città, autentico leit-motiv poetico sotteso a tutta la sua esperienza artistica. Nella scelta dei paesaggi urbani esalta la qualità ottica di queste letture sollevando il punto di vista e spingendo la risoluzione dal primo piano sino all’orizzonte. Sasso è un autore che ha fatto dell’esplorazione espressiva dei nuovi linguaggi tecnologici l’ambito privilegiato della sua esperienza artistica. Si lascia affascinare dalla tecnologia e imprime un carattere multimediale alla sua vicenda artistica, combinando insieme linguaggi di diversa matrice: pittura, cinema, televisione, video, computer.

Dalla pittura alla video-arte. Questo è il percorso che Mario Sasso ha compiuto e che ci illustra a partire dai paesaggi urbani fino alle installazioni e alle video sculture, in cui si intrecciano, in una estensione originale di risorse espressive, diversi linguaggi. Sasso ha concentrato la sua attenzione sullo spazio urbano, sul senso e sull’immagine della città, autentico leit-motiv poetico sotteso a tutta la sua esperienza artistica. Nella scelta dei paesaggi urbani esalta la qualità ottica di queste letture sollevando il punto di vista e spingendo la risoluzione dal primo piano sino all’orizzonte. Sasso è un autore che ha fatto dell’esplorazione espressiva dei nuovi linguaggi tecnologici l’ambito privilegiato della sua esperienza artistica. Si lascia affascinare dalla tecnologia e imprime un carattere multimediale alla sua vicenda artistica, combinando insieme linguaggi di diversa matrice: pittura, cinema, televisione, video, computer.

Nel 1973 è presente per la prima volta al Premio Fiorino, al Premio Salvi e al Premio Suzzara e partecipa ad alcune esperienze emblematiche del clima artistico del momento, come Esperienza di gruppo. Immaginazione e potere, a Gualdo Tadino. Dall’anno successivo avvia la riflessione sulla dimensione urbana e dal 1975 intensifica la produzione di sigle televisive. Nel 1980 alla libreria II Ferro di Cavallo di Roma, si tiene la prima del suo film-ambiente Il risveglio dell’arte dalla morte.

Il lavoro di videografico subisce a questo punto un’importante trasformazione grazie all’introduzione dell’informatica, che consente di elaborare immagini tridimensionali. Nel frattempo cresce l’attenzione critica verso questa produzione, che entra nel circuito delle mostre di settore: è il caso di Visual Design e della Biennale di Lucca Sezione illustrazione. Nel 1982 realizza la nuova sigla per il Tg2.

Consolidata ormai la presenza dell’artista nei cataloghi Bolaffi per la grafica, si moltiplicano gli inviti alle mostre collettive e si intensifica la produzione video, all’interno della quale si segnala Profanazioni, breve omaggio a Michelangelo Antonioni, per Architetture della visione. La prima mostra in cui trova riconoscimento questo doppio registro espressivo è nel 1986 alla Galleria Artarf di Jesi, ma con i video di ricerca è più volte presente anche al Festival di Arte Elettronica di Camerino. Partecipa inoltre a Siggraph, importante appuntamento americano dedicato ai prodotti grafici; nel 1984 realizza la sigla del Tg3 e il direttore di Rai Due, Luigi Locatelli, lo incarica di curare la nuova immagine di rete.

Nel 1990 collabora con RaiSat, per la quale produce Foot Print, dando un primo esito elettronico alla ricerca pittorica sulle città: il videotape riceve il premio Goldene Nica alla rassegna Ars Electronica di Linz. Sasso è invitato a Imagina di Montecarlo, prestigiosa vetrina della produzione televisiva europea; la sigla di Viaggio nel Sud di Sergio Zavoli, viene premiata alla Ibts di Milano.

Nel 1994 realizza le immagini di Frammenti sull’Apocalisse, lavoro teatrale multimediale di Daniele Abbado, Roberto Andò e musiche di Nicola Sani, presentato nel 1996 anche a RomaEuropa Festival. La collaborazione con Abbado prosegue con il Fidelio nel 2000.

Nel 1995 vince il Premio Lombardia al Festival d’Arte Elettronica di Locarno.

Nella seconda metà degli anni Novanta l’artista concentra la propria attenzione sulle videoinstallazioni, genere nel quale riassume compiutamente la ricerca nel campo pittorico e la sperimentazione e ibridazione tecnica e linguistica sul versante multimediale. Del 1998 è la Torre delle Trilogie totem di sessanta monitor, con musiche di Nicola Sani, commissionato dall’azienda I Guzzini, opera nella quale per la prima volta sperimenta uno sviluppo verticale del montaggio, e che vince nello stesso anno il Premio Guggenheim.

Dal 2000 al 2002 Sasso realizza una serie di videotape sul Novecento che confluiscono nelle installazioni per la mostra antologica ospitata dalla 53° edizione della Rassegna Internazionale d’Arte G.B. Salvi di Sassoferrato.

 

http://www.arshake.com/mario-sasso-arte-tecnologia-e-ipotesi-di-un-laboratorio/

 

 

 

 

 

Mario Sasso was born in Staffolo (Ancona) in 1934. He trained as a painter and then as a graphic designer, and in 1953-54 he attended Armando Testa’s courses at the Scuola di Grafica e Pubblicità in Turin. When he moved to Rome, he started, in 1958, his collaboration with Rai (Italian broadcasting network), which marked the beginning of a research which led him to explore graphic design and the language of electronics in connection with painting. In 1960 he authored his first television title sequence, for the programme Non è mai troppo tardi by Alberto Manzi. In the early 1960s he alternated his television engagement with an intense activity as a painter, participating in solo and collective exhibitions.

In 1968 he went to Libya where he worked to establish the local national television and where he created a series of paintings inspired by the Arab world. When he came back to Rome, in 1970, he was also back in the circuit of art shows inspired both by social commitment and pure pictorial research: his media concerns of those years led him to exploit the potentialities of television.

From painting to video-art. This has been Mario Sasso’s route, illustrated by his urban landscapes, by his installations and video sculptures, in which various languages are intertwined, in an original extension of expressive resources. Sasso has focused his attention on urban space, on the sense and image of the city,the authentic poetic leit-motif underlying all his artistic experience. In choosing his urban landscapes he emphasizes the optical quality of these readings, raising the point of view and extending the resolution from the close-up to the horizon. Sasso is an author who has made of the expressive exploration of new techological languages his privileged field of artistic experience. He is fascinated by technology and gives a multimedial character to his artistic exploration, combining languages which have different matrices: painting, cinema, television, video, computer.

In 1973 he was nominated at Premio Fiorino, Premio Salvi and Premio Suzzara and took part in some emblematic artistic experiences, such as Esperienza di gruppo; Immaginazione e potere, at Gualdo Tadino. From the following year he started his investigation of the urban dimension and from 1975 he intensified his graphic production of opening sequences for television programmes. In 1980, he premiered his ambient film, Il risveglio dell’arte dalla morte, at the II Ferro di Cavallo bookshop in Rome.

His work as a graphic designer underwent at this point a crucial transformation thanks to the introduction of informatics which allowed him to elaborate tridimensional images. In the meantime, critical attention was growing towards this kind of production which was entering the circuit of art shows dedicated to this particular field: it is the case with Visual Design and the Biennale di Lucca, Illustration section. In 1982 he created the new opening sequence for Tg2 (national news programme).

By this time the presence of the artist in the Bolaffi catalogues for graphics was established, and invitations to collective exhibitions multiplied. His video productions intensified, among which we remember Profanazioni, a short homage to Michelangelo Antonioni, for Architetture della visione. The first exhibition in which this double expressive register is fully acknowledged was in 1986, at the Artarf Gallery of Jesi, but he was also present, several times, with his research videos, at the Festival di Arte Elettronica of Camerino. He took part in Siggraph, an important US event devoted to graphic products; and in 1984 he authored the opening sequence of Tg3, while the director of Rai Due, Luigi Locatelli, asked him to renew the network image.

In 1990 he collaborated with RaiSat, for which he produced Foot Print, the first electronic outcome of his pictorial research on cities: the videotape was awarded the Goldene Nica prize at the Ars Electronica event in Linz. Sasso was invited to Imagina, in Montecarlo, a prestigious showcase of the European television production; the opening sequence of Viaggio nel Sud by Sergio Zavoli received an award at Ibts in Milan.

In 1994 he created the images of Frammenti sull’Apocalisse, a multimedial play by Daniele Abbado, Roberto Andò, music by Nicola Sani, presented in 1996 also at RomaEuropa Festival. The collaboration with Abbado continued with Fidelio, in 2000.

In 1995 he won the Lombardia award at the Festival d’Arte Elettronica of Locarno.

In the late 1990s the artist focused his attention on videoinstallations, a genre in which he was able to sum up perfectly his research in the field of painting and the experimentation and technical and linguistic hybridation in the field of multimediality. In 1998 he created the Torre delle Trilogie, a totem made of sixty monitors, with music by Nicola Sani, commissioned by the I Guzzini firm. He experimented with this work for the first time a vertical development of montage and won with it the Guggenheim prize in the same year.

From 2000 to 2002 Sasso created a series of videotapes on the Twentieth century which were part of the installations for the anthological exhibition at the 53rd edition of the Rassegna Internazionale d’Arte G.B. Salvi of Sassoferrato.

 

http://www.arshake.com/mario-sasso-arte-tecnologia-e-ipotesi-di-un-laboratorio/