dic 212016
 

9/27 gennaio 2017

 

 

Dunque calore e colore come filo conduttore della mostra di Dentoni che, puntando tutto sulla genuinità e la spontaneità delle espressioni del volto del popolo senegalese, riesce a farci entrare senza fatica in una realtà così distante e per certi versi remota come quella delle tribù africane, vissute da vicino dal fotografo che ha già avuto la possibilità di visitare il paese africano in due occasioni. Gli occhi, i sorrisi, ma anche le rughe e le imperfezioni come veicolo per ritrarre un popolo che accoglie, scalda, e che inevitabilmente finisce per abbagliarti con la sua luce e le sue sfumature cromatiche, perfettamente riassunte nelle istantanee dei vestiti e dei tipici copricapi locali. Un percorso toccante e coinvolgente quello che si trova a provare lo spettatore davanti ai ritratti di “C@lore”, in un crescendo emozionale che trova conferme nelle parole di Matteo, che fissa così i ricordi più vivi del suo viaggio in Senegal e i punti chiave della sua retrospettiva: “Gli occhi sono lo specchio dell’anima, solo la spontaneità permette di cogliere la naturalezza di uno sguardo. Tutto avviene in un click, che è quell’istante prima della consapevolezza. Queste foto sono il risultato di un viaggio e illustrano il mio percorso personale verso l’Africa. Un percorso iniziato in Italia, nato dalla sensazione di “calore” che avvertivo stando insieme ai ragazzi senegalesi, un viaggio in crescendo che mi ha portato nella loro terra, dove il calore che percepivo è esploso in qualcosa di molto più grande che io rappresento attraverso il colore”.

Un’Africa incontenibile, selvaggia ma nello stesso tempo confortante quella offerta dagli scatti di Matteo, perfettamente in linea con il senso di “Con-vivere”, che sin dalla prima edizione si è proposto di aprire squarci e occasioni di conoscenza delle più diverse culture e tradizioni, con l’intento di proporre spunti di riflessione e slanci propositivi per una sana convivenza.

Giacomo Bertolini

 

FOTOGRAFARE

Per me fare foto è puro istinto, è qualcosa che viaggia  al di fuori degli schemi della ragione, è pura libertà.
Naturalmente nel “tutto”, a me interessa il lato umano della questione, penso che solamente dentro di noi possiamo trovare la forza per tornare ad essere quello che siamo.
Rimango sempre abbagliato dalla luce, il mezzo tecnico, nel mio caso la macchina fotografica, diventa il ponte di collegamento tra quello che prova il soggetto che sto fotografando e quello che provo io.
Quello che cerco di catturare non è qualcosa di tangibile e concreto ma qualcosa che va al di fuori della forma e della materia, è più un brivido, la sensazione di un istante infinito.

Matteo Dentoni

 

MATTEO DENTONI nasce a Carrara, dove tuttora vive, il 18/12/1978.
Laureato in Arte Multimediali, specializzazione in fotografia, all’Accademia di Belle Arti di Carrara ha collaborato nel 2014 alla rassegna “Con_Vivere. Africa il cuore del pianeta”, dove ha avuto la possibilità di mostrare i suoi scatti realizzati in Senegal all’interno della sua mostra personale “C@lore”. Nello stesso anno collabora con “Meid in Italy” nella realizzazione di una mostra incentrata sull’alluvione che ha colpito Marina di Carrara nel novembre 2014, raccogliendo in una serie di fotografie sguardi e immagini di quei giorni. Parallela all’attività di fotografo svolge da anni quella di bagnino di salvataggio.

 

 

Warmth and colour are the central theme of Dentoni’s exhibition in which he solely relies on the authenticity and spontaneity of the Senegalese people’s facial expressions, and manages to effortlessly take us into a reality so distant and in some way remote like the one of the African tribes; a reality which the photographer experienced, having had the opportunity to visit the African country on two occasions. Eyes, smiles, but also wrinkles and imperfections as a vehicle to portray a nation that welcomes, warms, and inevitably ends up dazzling you with its light and chromatic shades, perfectly summed up in the snapshots of the clothes and typical headgears of the local people. The viewers find themselves in a touching and captivating path composed by the portraits of “C@lore”, in an emotional crescendo legitimated by Matteo’s own words in defining the most vivid memories of his trip to Senegal and the key points of his retrospective: “The eyes are the mirror to the soul, only spontaneity allows us to capture the simplicity of a look. Everything happens in a click, that is the moment before awareness. These photographs are the result of a trip and illustrate my own personal journey to Africa. A journey that began in Italy, born from the “warmth” I felt when I met with Senegalese young men, and which progressively took me to their homeland where that warmth I used to feel exploded into something much bigger, which I represent through colour”.

The Africa offered by Matteo’s shots is an irrepressible Africa, wild but comforting at the same time; perfectly in line with the sense of “Co-existing”, that since our first edition intended to open up ways and opportunities to get to know different cultures and traditions, with the intent of offering food for thought and proactive stimuli for a healthy coexistence.

Giacomo Bertolini

 

TO PHOTOGRAPH
To me taking pictures is pure instinct. It is something that travels outside the patterns of reason, it is pure freedom.
Of course I’m only interested in the human side of the “whole”, I think it’s only in ourselves that we can find the strength to go back and be who we are.
I’m always dazzled by the light, the technical means – in my case the camera – becomes the bridge between what the subject I am photographing feels and what I feel.
What I try to capture is not something tangible and concrete but something that is out of shape and matter, it’s more like a thrill, the feeling of an endless moment. Matteo Dentoni