nov 012013
 

 

4- 5- 6  novembre  2013  ore 18,30

 

“Nella sua performance Alessia si veste e si spoglia, come se si fosse appena alzata, ripercorre un’intera giornata o forse più. All’interno del suo cubo di plexiglas tracciato solo dagli spigoli, abita, vestendo e spogliando.

Rimango estatico di fronte ai primi gesti di questo rivestire, ostinati e affettuosi, metodici ed erotici mentre mi appare solo ora la sua spoglia perchè mi rendo conto di essere un estraneo.

Partecipo a questa trasfigurazione perchè Alessia si lascia guardare accettando il mio sguardo come suo e usa la mia presenza di estraneo come possibilità di manifestare la sua ospitalità, non solo come accoglienza, ma come fondamento dell’eros per rendere reale il suo corpo.

E lo vedo apparire nel corso della performance costringendo alla presenza ciò che era assente. Nel corso delle due ore il suo corpo s’incarna e quell’essere nudo diventa corpo, carne, materia. Indossa il suo corpo e mi concede il privilegio di immaginare di far indossare il mio da altri, come indumento. Nella sua esteriorità allude ad un possesso transitorio.

In questa liturgia presente, riverbera la meticolosità del suo gesto passato, mai visto e mai accompagnato. La pratica della sartoria inonda progressivamente l’ossessione della sua preghiera, facendo apparire con delicatezza l’orrore del corpo finito. Alessia non chiede risarcimento del suo gesto insensato, le sue cuciture tracciano perimetri che si moltiplicano e si potrebbero moltiplicare se non fossero strappati dallo sfinimento. Come in un martirio, accettato solo perchè inevitabile, Alessia si fa trapassare dal demone della sua forma finita e dell’identico a se stesso.”

 

La performance avrà inizio alle 18,30 circa e avrà la durata di un’ora e cinquanta”.

 

 

ott 052013
 

 

          

L’AOC è ciò che ha esposto nella sua galleria.

Un’esperienza senza misura di segni, di chiacchere e di volti.

Nulla di più. E anche nulla di meno, però.

Quando gli artisti ospitano altri artisti. Perché li stimano.

Mescolando i critici con gli amici e gli amici con i critici.

Ben oltre la retorica (giusta per altro) degli “studi aperti” e della “libertà d’espressione”.

Il resto, inafferrabile, che si perde nel fluire delle quotidianità ospitali di ogni studio.

                

Ci sentiamo un piccola istituzione, perché usufruiamo di spazi pubblici. Ci sentiamo una piccola istituzione anche perché la parola “autonomia” ci sembra portare con sé un senso di responsabilità in più verso gli altri (oltre che verso le nostre, per altro non univoche, idee sul fare e parlare d’arte).

            

Ci piacciono i giovani artisti ma anche i vecchi artisti rimasti “in penombra”, laddove patrimoni di sapere, di fare e di vedere vanno palesemente perduti, laddove il “piccolo” di istituzioni come la nostra può ancora garantire forme di civiltà non attese, non comuni, spesso fortemente identitarie.

           

Ci predisponiamo ad accogliere, ospitare, mescolare, meticciare chiunque a qualsiasi titolo o ragione giri attorno al mondo dell’arte, intellettuali, artisti o semplici curiosi, nella convinzione che non sia tanto l’”evento” a determinare lo scarto di conoscenza, quanto la rottura delle barriere fra generi, fra ruoli, fra momenti sacri o meno del fare arte.

Per quanto detto, nell’occasione del venticinquesimo anno di attività dell’AOC F58, noi tutti porgiamo a tutti il benvenuto nella galleria, negli studi e nella piazzetta dell’ex fico.