VASUS MUNDI

 

VASUS MUNDI

Assimilabile al Vero, il Vaso è come una sorta di santuario interiore e nascosto nel quale si trova la parte più misteriosa della persona umana…forse i suoi resti… come la meta di un percorso che conduce all’interno di se stessi. L’arrivo al suo interno introduce, alla stessa stregua di un’iniziazione, ad una dimora invisibile: quella che gli artisti hanno sempre lasciato al mistero, che ciascuno di essi poteva immaginare secondo il proprio intuito, sensibilità o le sue affinità personali. Da questo punto di vista la sua natura è assimilabile a quella di una porta, di una soglia fra le due diverse dimensioni dell’esistenza. L’oggetto vaso, per più di un verso, incarna il luogo di passaggio fra due stati: il conosciuto, che è la sua forma fisica, e l’incognito, che esso chiuso contiene. Il vaso si apre e si chiude su un mistero. Ma ha un valore dinamico poiché non solo indica un passaggio, ma anche invita a superarlo. Il superamento di una porta che dà accesso altrove: all’uscita segue un’entrata. E’ che il Vaso, così come anche indicano pensiero alchimistico ed ermetico, rappresenta sempre il luogo in cui si operano meraviglie: non è un caso del resto che, fra le sue molte accezioni simboliche e metaforiche, venga fatto corrispondere al seno materno in cui si forma una nuova vita. Da qui la credenza che in esso sia contenuto il segreto della metafora stessa. Può anche essere assunto come simbolo dell’Universo, perché l’Universo è un immenso Vaso.
Sotto svariate forme racchiude la vita, oppure la sue essenza : il Vaso come riserva di vita e simbolo di una forza segreta.
Nelle arti, per lo più, è il contenitore da cui sgorga l’acqua e quindi, come immagine della fertilità, si ricollega al principio femminile, aggiungendo alla sicurezza della fecondità la presenza misteriosa di qualcosa di sacro, prezioso ed utile.
Un Vaso chiuso può significare anche la materia vergine che gelosamente non rivela né se stessa né la sua natura: l’essenziale è nascosto da ciò che è accessorio e transitorio. La nozione di elemento nascosto, chiuso, inviolabile rappresenta il segreto, o tesoro o catastrofe –basti pensare a Pandora-, che vive nell’ombra di un ricettacolo che si deve concepire non come vuoto, ma come luogo in cui circola o è rinchiusa, e racchiusa, una vita.
Tutto ciò fa i conti con un simbolismo basato su due elementi (contenitore e contenuto, chiuso-invisibile e aperto-svelato) che va a tradurre, o meglio incarnare, la condizione umana e la sua aspirazione ad una vita superiore, alla possibile liberazione da cercarsi sia nell’evasione sia nel superamento dell’ostacolo.
Potrebbe anche esprimere, il Vaso, la volontà di raffigurare, sotto gli aspetti che esso riveste per l’immaginazione dell’uomo, la sua parte finita in perpetuo divenire e senza compimento e quella dell’eterno ritorno, della sua trasformazione. In altre parole, si può dire che all’interno del vuoto del Vaso, in quello spazio invisibile, ineffabile, ma finito e delimitato, anzi addirittura conformato, si opera una sorta di scontro e aspirazione alla vittoria dello spirituale sul materiale, dell’eterno sul caduco, dell’intelligenza sull’istinto, del sapere sulla violenza irragionevole e cieca della vita, del sentimento sulla passione. Il Vaso, quindi, come un Cuore: aperto, offre i suoi pensieri a colui che vi scruta all’interno, chiuso, li nasconde alla vista di tutti.

 Mario De Candia